Non so se sia un caso.
PI pubblica le parole di Pizzetti che, tra le altre cose, mette in guardia i giovani dai meccanismi perversi (termine mio) di Internet, in particolare circa i nostri dati che, inevitabilmente, vengono acquisiti, conservati e diffusi al di fuori del nostro controllo. “Sebbene – prosegue l’articolo – profili e persino intere comunità di social networking possono essere cancellati o sparire dalla rete, non così tutte le tracce delle attività online, le archiviazioni di terze parti e via dicendo”.
Nella stessa giornata di oggi, Paul (che, con nostro dispiacere ha “cercato” di far sparire ogni traccia della sua opera artistica), ci dimostra che non tutti i fornitori di social networking sono cosi’ “buoni”.
Pericoli pubblici n° 1: Facebook, DeviantArt, Digg, Tumblr, Google/Gmail che, come dice lo stesso Paul, “non permettono la rimozione del proprio account (o fanno di tutto per farla difficile)” concludendo recisamente “tutta ‘sta filippica per dire che non si dovrebbe sottovalutare troppo il diritto di poter recidere un account, e molte recensioni dovrebbero mettere ben in evidenza se un servizio permette di farlo in maniera semplice”.
Bravo Paul. Ci spiace tanto non seguirti più come artista, ma ti stai già creando un nuovo mestiere.
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Fondamentalmente tutta ‘sta gente 2.0 si sta vendendo l’anima per giocare con il social networking… e:
– o non se ne rende conto (beati loro);
– o se ne rende conto ma coltivando speranza di farne un mestiere, deve per forza farlo per alimentare il circo…
Secondo te perche’ io non ci ho mai messo piede? Ho solo un account linkedin perche’ nel 2006 mi ero messo in testa di andarmene dal belpaese e ho investigato l’utilità di quello strumento… la mia regola d’oro – molto simile a quella che applico per mutui/finanziamenti/etc – e’ “non riempire form a meno che non ti e’ strettamente indispensabile”, corollario: “niente giocherelli con i 5-6000 social networks che esistono al mondo” (non serve usarli per capirne il senso e le dinamiche).
Il Garante ha pienamente ragione: è assolutamente una cosa ILLECITA! Anzi qualche Procuratore della Repubblica dovrebbe aprire una indagine e fare oscurare, in Italia, tutti i siti che riportano dati, (articoli, giornali, stampe, archivi e quanto d’altro), superiori al massimo di 5 anni! Come la mettiamo poi con le testate dei quotidiani – vedi: Corriere della Sera” – che solo in questo ultimo anno si permettono di ripubblicare nuovamente (questa volta però su internet, in disprezzo di ogni Legge) i giornali di 20/30 anni fa?
E’ necessario che la Giustizia ed il Parlamento Italiano intervenga!