Nel 2006, era novembre, della cosa si parlò molto. Avevo scritto qualcosa (sul giuridico, non ho molto da aggiungere) e rimando anche a questo post di Montemagno dove sono linkate altre opinioni. Il caso di Google Video e del filmato del giovane disabile messo alla berlina da quattro stupidi.
Oggi, a parte qualche articolo “fotocopia” su alcuni quotidiani, la notizia è passata sostanzialmente nel silenzio. L’altra sera ho linkato Repubblica, ora propongo anche La Stampa (e v. anche sotto per la carta).
Eppure, non si tratta di una notizia qualunque, senza conseguenze.
Un conto è l’inizio di un’indagine (magari uno di quegli “atti dovuti” di cui, a volte, si parla), un conto è la conclusione di questi giorni (che, normalmente, è l’ultimo atto prima del quasi ineluttabile giudizio).
Insomma: i pm milanesi ritengono che Google avesse la possibilità e il dovere di inibire la pubblicazione del video incriminato e, visto che non l’hanno fatto, deve essere punita (sanzionando penalmente rappresentanti e responsabili). E pare (sottolineo pare perché al momento non so molto di più di voi) che in capo a Google sia stata riconosciuta una “posizione di garanzia” quella che, appunto, serve a garantire che non si commettano reati. E se i reati si compiono risponde chi aveva l’obbligo giuridico di impedirli.
Conosco uno dei due magistrati, il dott. Francesco Cajani stimato (non soltanto da me) personalmente e professionalmente. Non è uno sprovveduto, uno che non conosce la materia telematica e/o ha molti pregiudizi. Ed è per questo che, pur non conoscendo le “carte”, rimango assai stupito. Penso sia necessario un approfondimento.
Ripeto che, a differenza del 2006, la notizia (oggi molto più importante) non ha avuto una grande diffusione. E me ne sorprendo, per il motivi già visti. La Stampa di carta, però, vi ha dedicato un’intera pagina proprio ieri. Hanno intervistato Guido Scorza ed il sottoscritto. Siamo concordi su molti punti. Certo, Google non chiuderà, ma le piattaforme di user generated content rischiano grosso e con esse la libertà di espressione. Che, sicuramente, non riguarda quei ragazzi cretini che hanno sbeffeggiato vigliaccamento un loro coetaneo più debole (e solo contro tutti), ma tutti gli altri, tutti noi.
Feed e altro
Metachiacchiere recenti
- Warham su La PEC incompleta, va bene lo stesso
- Warham su Scrivere le leggi
- Donaldhic su Chi condivide?
- Warham su Nonsoloquerele
- Reminder: TRANSACTION 1.82 BTC. Receive >>> https://telegra.ph/Go-to-your-personal-cabinet-08-25?hs=97e1303206586454c0d80d55446170cb& su Ci risiamo con le chiavette
- Notification- You got a transfer №DH75. GET >> https://telegra.ph/Go-to-your-personal-cabinet-08-25?hs=33c30fc8cf6e67ce4c13f5ab0d4cacef& su Key4Biz > Libertà di espressione sui social, si tratta solo di un claim commerciale?
- You have received 1 message # 223. Read >>> https://telegra.ph/Go-to-your-personal-cabinet-08-25?hs=86705d3641ae7e22abf2889865c43ea6& su Fatto 4, fai anche 5
-
Post più recenti
Categorie
Archivi
Blogroll (e altro)
- .mau.
- Alberto Mucignat
- Alfred Azzetto
- Altrimondi (Giorgio Dell’Arti)
- Antonio Sofi
- Antonio Tombolini
- Bretellalog – Alessandro Ferretti
- Carlo Felice Dalla Pasqua
- Dario Denni
- Dario Salvelli
- DelfinsBlog (Guido Arata)
- Dica, avvocato
- Diritto Amministrativo Veneto
- Doktor Faust
- Elvira Berlingieri
- Ernesto Belisario
- Fulvio Sarzana di S. Ippolito
- Guido Scorza
- Ictlex – Andrea Monti
- Il buon diritto
- Interlex
- Last Knight
- Le Rette Parallele
- Luca Spinelli
- Marco Camisani Calzolari
- Marco Pierani
- Marco Scialdone
- Massimo Mantellini
- Mayhem (Alessio Pennasilico)
- Michele Iaselli
- Paolo Attivissimo
- Paolo De Andreis
- Penale.it
- Penale.it ebook
- Penalpolis
- Placida Signora
- Poca Cola (Riccardo Pizzi)
- Punto Informatico
- Quasi.dot
- Quid Novi
- Rebus
- Reporters
- Roberto Cassinelli
- Roberto Dadda
- Roberto Olivieri
- Spinoza
- Stefano Quintarelli
- Studio Illegale
- Suzukimaruti (Enrico Sola)
- The Register
- Vittorio Pasteris
Appena letto l’articolo avevo pensato a te.
A me colpiscono due aspetti.
La posizione di garanzia: affinché non si violino i principi di tassatività e di personalità nel diritto penale, occorre che tale posizione di garanzia derivi dalla legge (e qui non è il caso), da un contratto (e qui non è il caso), da una situazione di fatto da cui derivi l’obbligo di attivazione (mah…)
Si tratterebbe, se ho capito bene, di un’omissione colposa che ha portato alla commissione, da parte di altri, di un reato previsto dalla legge come tale esclusivamente a titolo di dolo. Come la mettiamo in questo caso?
Eh… assomiglia tanto alla responsabilita’ del direttore…
Non so, lorenzodes, non so proprio quale ragionamento giuridico ci stia dietro. Provero’ a chiedere alla fonte…
onestamente non mi stupisce: bisognava dare un segnale forte, e il rinvio a giudizio (se tale sarà) andrà in questo senso e non mi stupirà neppure se venisse seguito l’orientamento del tribunale aostano, che già si espresse sull’equiparazione tra direttore del giornale e blogger. Lo so che qui è diverso, ma la filosofia a me pare proprio quella
alla facciaccia del divieto di analogia in malam partem in diritto penale e di molto altro.
Se si dovesse affermare il principio di “colpevolezza” in assenza di moderazione preventiva per chi gestisce un servizio web, mi sa tanto che in Italia non vedremo più serivizi di alcun tipo, google incluso.
mah…
Seconda considerazione: come si fa a prevenire l’immissione di video “illeciti” a livello tecnologico ?
Li si blocca tutti e poi si abilitano uno per uno ?
Non credo sia fattibile a livello tecnico ed economico…
Moderarli solo per il contenuto testuale nei titoli e nei commenti ?
Riduttivo, non servirebbe a molto.
Nella pratica fare moderazione preventiva in un servizio come quello di Google mi pare impossibile, sono curioso di leggere le opinioni di google a riguardo.
Ah… ed io che, su Il Minottino e altrove, mi sono trovato a sconsigliare la moderazione preventiva. Mi sa che dovro’ rivedere i miei consigli…
Ho letto la notizia sul blog di Stefano Quintarelli: al tempo ne avevano parlato tutti, io mi dedicai al controllo dei contenuti e parlai anche di Moige della Rete, scherzandoci su (qualcuno era pure serio).
Fai bene a sottolineare che non è cosa da poco; è un precedente “pericoloso” e rilevante, non solo perchè responsabilizza Google ma anche, dal punto di vista degli utenti, perchè mette un cappello sulla neutralità della Rete. Non sono un legale, non me ne intendo.
Hanno pensato che senza quel video probabilmente quella realtà non sarebbe venuta mai a galla? Hanno inoltre tenuto conto che è umanamente e tecnicamente difficile filtrare i contenuti (e qui c’è il riferimento alla neutralità)?
Da google ancora nessuna risposta ?
oggi cercavo anche nelle news, ma nulla.
Sinceramente, Gianni, non penso che sia Google a dover dare delle risposte.
@Gianni
La moderazione preventiva è un’arma a doppio taglio. O si è sicuri di farla bene (ed è difficile che sia così), oppure l’approvazione di contenuti potenzialmente diffamatori comporta l’assunzione, in capo al moderatore, di responsabilità tali che si superano allegramente le nostre perplessità in merito all’applicazione analogica dei reati di cui agli articoli 57, 57-bis e 58 c.p., nonché alla rilevanza penale di un’omissione colposa in un fatto punito dalla legge esclusivamente a titolo di dolo.
Il moderatore che approva non si limita a mettere a disposizione di terzi un mezzo di diffusione di contenuti, ma concorre attivamente alla diffusione dei medesimi.
Eggia’, caro lorenzodes. Magari metti OK la sera, per stanchezza, ad una cosa che e’ un po’ pesantina e sei fregato.
Eppoi, a parte la distrazione, la stanchezza, sappiamo veramente essere giudici di un’eventuale diffamazione?
No moderazione preventiva, non fatelo mai, anche se certi recenti esempi fanno un po’ paura.
Google è una delle parti in causa, quindi chiaro che debba dar risposta 😉
Se poi ci son parti che stanno evadendo le domande o gli interrogativi di molti, è altra la faccenda
E si’, sono parti in causa loro malgrado. Non so cosa possano dire oltre a *siamo indagati e ci vogliono mandare a giudizio*.