Nel post precedente, mi sono dimenticato di scrivere una cosa importante. Meglio farne uno nuovo che perdersi in un update.
Ecco un passaggio dell’ordinanza di Cassazione citata proprio in quel post:
Già questa sentenza dava conto puntualmente di come la norma sanzioni non solo la condotta del cosiddetto “hacker” o “pirata informatico”, cioè di quell’agente che non essendo abilitato ad accedere at sistema protetto, riesca tuttavia ad entrarvi scavalcando la protezione costituita da una chiave di accesso, o “password”
Ecco, in Cassazione pensano che un hacker sia un criminale ed è un atteggiamento che ho ritrovato in tanti altri processi.
Se queste sono le premesse, non ci stupiamo delle conseguenze (le condanne).
Ah … questi giovanotti della Cassazione!
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