(da Giornalettismo del 7 novembre 2012)
WhatsApp è certamente una della app più popolari del momento. Con un piccolo costo per il donwload da iTunes, gratuito in prova annuale per gli altri sistemi operativi mobile, è possibile inviare SMS e MMS mediante la connessione cellulare dati o via wi-fi a contatti che dispongono del programma sul proprio telefono. Considerate le tariffe dei messaggi tradizionali, un bel risparmio, non c’è che dire.
Ieri, mi scorre sotto gli occhi una notizia curiosa su su questa app: WhatsApp fa male alla coppia. E, in effetti, il rischio c’è. L’applicazione consente di sapere cosa fanno i nostri contatti: quando l’hanno utilizzata l’ultima volta (“visto”), quando la stanno utilizzando (“online”) e se stanno scrivendo (“sta scrivendo…”). E soltanto di recente tali notifiche possono essere disabilitate, peraltro soltanto su iPhone. E’ evidente che si tratta di informazioni che consentono un controllo invasivo sulla nostra sfera privata, un vero e proprio canale di telecontrollo al servizio non soltanto di un partner, ma – perché no – anche di un datore di lavoro un po’ troppo curioso.
E, allora, la ricetta è sempre la stessa: consapevolezza. Non è sano affidarsi all’ultima moda del momento (pur assai utile, come nel nostro caso) se non sappiamo e valutiamo bene cosa fa della nostra privacy. Già è possibile, per un programma informatico, trattare i nostri nascondendocelo, almeno prestiamo la massima attenzione a ciò che fa in modo palese.
Bell’articolo, ma concordo con chi dice… si spera sempre che alla fine vada tutto per il meglio!