Facebook è pieno di gruppi, pubblici e nascosti, di avvocati. D’altro canto, siamo in tantissimi (si dice anche troppi), dunque questa visibilità è del tutto normale.
I tribunali sono grandi carrozzoni, come gli ospedali e, in genere, gli uffici pubblici. Si intrecciano molte relazioni umane. Non c’è da stupirsi, allora, se nascono gruppi come quello che così si descrive
Questo gruppo è riservato ad avvocati di ambo i sessi che negli uffici giudiziari adocchiano (“spotted” in inglese) colleghe e colleghi che gradirebbero conoscere. L’iscrizione al gruppo è inibita a malati di mente, esibizionisti, sboccati, erotomani (in napoletano “rattusi”), pettegoli et similia. I post sono liberi, ma chi scade nella volgarità viene espulso, senza pietà. Esempio di post consentito: Tribunale di X, stamattina, aula del giudice Tizio. Eri vestita in rosso, con la tua praticante al seguito. Sei una fata. E’ consentito postare foto e video, purché strettamente attinenti la missione (o petitum) del gruppo: quelli ultronei verranno censurati.
Gruppo “Spotted forense“