Spesso mi chiedo a cosa si riferisca veramente l’espressione “Processo Penale Telematico” perché è una domanda che mi pongono molti Colleghi, anche in considerazione del mio ruolo nella Commissione Informatizzazione del Processo Penale costituita in seno all’UCPI.
Tra le tante risposte che mi sono dato – anche per far capire il nostro programma – credo che la definizione corretta sia “tutto quello che si fa in un procedimento penale, tranne le udienze”. Che sembrerà un po’ incoerente, perché in questo modo dal processo telematico si esclude, ad esempio, proprio il nucleo tipico di ciò che viene propriamente chiamato “processo”.
Ma il processo penale, non soltanto per una questione di tradizione, è sempre stato informato al principio dell’oralità, qualcosa di veramente sacro per noi penalisti.
Quando discuti lo devi fare potendo guardare in faccia il giudice e le parti. E così anche quando si assumono prove orali: imputati, testimoni, periti e consulenti. E’ un diritto che spetta non soltanto all’avvocato, ma anche al suo assistito.
Una celebrazione a distanza, pur con i migliori mezzi tecnologici, lederebbe inevitabilmente è gravemente la difesa.
Così, mentre noi discutiamo di processo penale telematico, zitto zitto il Governo, ponendo addirittura la fiducia, cerca di estendere a dismisura il già esistente (ma per casi limite) processo a distanza, peraltro anche sulla base di criteri ampiamente discrezionali.
Il 15 marzo il Governo ha, appunto, posto la fiducia al Senato su un disegno di legge (S.2067) che prevede, in spregio alla Costituzione e al processo accusatorio, questa devastante estensione del processo a distanza.
In sostanza, avremo molti più casi in cui l’imputato non potrà essere a fianco del suo avvocato durante il dibattimento e, per altro verso i testimoni, saranno posti fisicamente non nell’aula, ma in altro luogo, nella quasi totale assenza di comunicazione.
Per farvi capire, con una vignetta, rinvio al sito della Camera Penale di Modena.
L’Unione delle Camere Penali Italiane, dal canto suo, ha proclamato l’astensione dalle udienze (se volete, chiamatelo pure sciopero), dal 10 al 14 aprile.